Due alghe crescevano poco discoste l'una dall'altra su un fondale
marino
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di grande bellezza, godendo di una calma particolare, poiché la loro
dimora,
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piuttosto profonda, non risentiva dei movimenti del mare.
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Questa situazione, però, impediva loro di riprodursi.
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Ma mentre una non se ne dispiaceva affatto, l'altra ne era
addolorata. |
A lenirne il dolore c'era
in lei una curiosità senza pari su quale fosse l'origine
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di quel susseguirsi di
luci ed ombre che ogni tanto, là in alto, |
interrompeva la
pacata foschia del fondale. |
"Io credo che il nostro cielo", diceva allora alla compagna,
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"si
difenda da qualche pericolo. Come mi piacerebbe assistere alla sua
lotta...". |
"Lascia che il nostro cielo si difenda da solo", le rispondeva
l'amica, |
"che cosa abbiamo a che
fare con lui?" |
"E se i suoi fossero
messaggi diretti proprio a noi?", insisteva l'alga curiosa. |
"Ce ne mandi di più chiari! . |
E poi, io non mi muoverei di qui per nessuna ragione al mondo..". |
"Forse, salendo sin lassù", insisteva la prima,
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"Potremmo, anche se non so come,
riprodurci.
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Non ti piacerebbe avere una prole?".
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"Io sto benissimo da sola!
E se il mare vuole altre alghe, se la veda lui!" |
Ma l'alga curiosa soffriva. |
Se tutte le creature del
fondale, pensava, si davano un gran da fare |
affinché la loro specie
non si estinguesse, |
perché mai proprio lei
doveva farsi cullare dall'acqua
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senza compiere il
minimo sforzo? |
Così, in un momento in cui le luci e le ombre si rincorrevano veloci
sopra di lei,
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ebbe il coraggio di
sradicarsi da sé e salì poco per volta in superficie. |
La sorpresa fu grande.
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Sopra
quel cielo che pensava fosse l'unico cielo, ce n'era un altro,
azzurro,
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immobile e di un'altezza infinita. |
Di li proveniva quella
straordinaria luce che dava vita alla superficie del mare.
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E le ombre? Erano frange
di cavalloni, pieghe d'acqua agitate e frementi. |
Una di queste afferrò l'alga vagabonda e la lacerò in mille
frammenti.
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Ma l'alga non se ne dispiacque.
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Le spore delle sue membra disperse si sarebbero riprodotte qua e là
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e avrebbero narrato la sua storia:
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la storia di una creatura che aveva trovato la fertilità
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cercando di penetrare il
mistero del suo cielo.
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- P.Gribaudi - |
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